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Visualizzazione dei post da giugno, 2013

Jerez de la Frontera - il vero spirito andaluso

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Siamo vicini alle ferie estive. E a me sono capitate tra le mani le foto dell'estate 2006. In viaggio per l'Andalucia, sola. Così ho deciso, ho voglia di condividere queste perle dell'Andalucia. Magari vi viene voglia di partire per questa splendida terra. L'Andalusia è conosciuta per tre cose principali, a parte il caldo. Il flamenco, i cavalli e il vino. E qui, ad Jerez de la Frontera si fondono alla perfezione. La cattedrale Ai più Jerez è conosciuta soprattutto per la tappa del mondiale di motociclismo. Agli spagnoli, e agli appassionati, anche per la Feria de Caballo . Manifestazione storica, pittoresca e culturale. Ma Jerez è molto altro. In alcune guide è indicata come una città di cui si può fare a meno, a meno di non essere appassionati di sherry. In realtà, a mio avviso, nessuna gita in terra andalusa dovrebbe prescindere da questa città. Perché ci fa scoprire l'anima autentica di quella regione. Fuori dai circuiti turistici di Malaga, Siviglia

L'andalucia, una guida e io.

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Ci sono giorni in cui i ricordi riaffiorano con insistenza. Forti e vivi. Li senti dentro di te, come pugni. O carezze. In questo caso, dolci e tenere carezze spagnole. Il solstizio d'estate mi ha fatto tornare alla mente l'estate del 2006 e il viaggio che dentro di me ha significato tanto. Il primo viaggio conquistato con i miei soldi, pianificato e deciso da me. Il primo viaggio sola . Il viaggio in solitaria è un'esperienza che consiglio a tutti. E' un viaggio mistico, in qualche modo, dentro noi stessi. Ci fa scoprire luoghi dentro di noi che non conoscevamo. Si torna cambiati da un viaggio soli. Si torna cresciuti, diversi e, alla fine, migliori.  Il tour l'avevo pianificato nei minimi dettagli. In pullman, per motivi di budget e di insicurezza (sarei stata in grado di guidare sola per una terra sconosciuta??), con partenza da Malaga. Poi il destino mi ha messo davanti al mio karma. Mi ha fatto scoprire il mio posto nell'universo. La mia dimensione. E

La mente in viaggio

Organizzare viaggi (e farli) è quello che finora, probabilmente, mi ha permesso di non impazzire. E' l'attività che faccio, con costanza, soprattutto quando sto affrontando periodi difficili o situazioni emotivamente complicate. In realtà è un'attività che faccio quasi sempre. Però durante i periodo bui è quella cosa che mi permette di stare in piedi e di scaricare tutte le tensioni. C'è chi va in palestra, chi piange, chi beve birra... Io penso, organizzo e immagino viaggi (che poi si concretizzano). E' un'attività che mi fa pensare ai miei nonni. Perché io i viaggi li ho praticamente sempre fatti con loro. In famiglia l'organizzatrice era la nonna . E' lei che mi ha insegnato ad organizzare un viaggio, leggere una cartina e scoprire cose da vedere e fare. Mi ricordo ancora quando stavamo organizzando il viaggio a Parigi (loro ci erano stati diverse volte, per me era la prima), immersi nelle mitiche guide rosse del Touring . Cartina di Parigi alla

Sul concetto di famiglia - DNA e altre sciocchezze

Ci sono dei momenti della vita che ti costringono a ripensare a ciò che ti circonda. E mentre ripensi è inevitabile che qualcosa, dentro di te cambi . Ci sono attimi, situazioni, che ti impongono un cambiamento. A volte è piacevole, altre invece fa male, strazia ed è come sentirsi staccare la pelle dalle ossa. Di solito io amo i cambiamenti, le fasi di mutazione. Quegli attimi in cui ti rendi conto che ti stai evolvendo, stai crescendo. Perché in fondo è vero, ad ogni cambiamento e mutazione corrisponde un miglioramento, una crescita. Anche se magari il miglioramento lo capiremo solo dopo. Però a volte fa male. Fa male perché tocca corde talmente profonde che pizzicarle fa cambiare poi tutto. Fino al senso più profondo che abbiamo dato al nostro essere. Al nostro vivere. Ci sono situazioni che cerchiamo di mantenere ferme, per evitare che ci scombussolino troppo. Che magari già ci hanno fatto male ma che crediamo sopite, sistemate. Annientate. Invece poi ritornano. Perché alla fin

Agnes Browne Mamma

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Quest'estate vagabonderò per l'Irlanda, così dopo aver letto per filo e per segno la Lonely Planet e aver programmato il giretto  che faremo - rigorosamente in pullman - con il mio moroso, ho deciso che era ora di approfondire meglio la conoscenza con la società irlandese. E credo che, a distanza, l'unico modo per farlo sia leggere romanzi contemporanei e immergersi nella loro vita. E così mia nonna è stata mandata in missione (per conto dall'anima viaggiatrice e non di Dio) alla ricerca di romanzi in tema. Ne è tornata vincitrice con 3 romanzi (e un elenco infinito di altri libri ambientati in Irlanda). Il primo che ho deciso di leggere è stato Agnes Browne mamma. Agnes è una giovane madre 34enne di sette figli. Vive nel quartiere del Jarro e ha un banco di frutta e verdura al mercato popolare di Dublino (nella parte a Nord del Liffey). E' una donna forte, di una simpatia disarmante, in grado di affrontare sempre con il sorriso ogni giornata. Assieme a lei c&#