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Visualizzazione dei post da novembre, 2013

Da Parigi alla Luna

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A me è capitato di essere straniera in una terra scelta da me e, per molti versi, facile. Me ne sono andata in Spagna. Ho amato prima la Spagna e ho deciso che volevo provare a viverci. Un po' come Adam Gopnik con Parigi. E "Da Parigi alla Luna" è sopratutto un romanzo del come si vive lontani dal proprio Paese. Di fatto è il racconto di questi 5 anni di americano amante di Parigi trasferito nella Ville Lumiere. Ho ritrovato tanti pensieri fatti quando abitavo in Spagna, tanta nostalgia. Perché si può anche volere e scegliere di andarsene, casa resta casa e la nostra testa è plasmata dal posto in cui siamo cresciuti. Sempre così sarà. Il libro è nostalgico. Perché ricorda costantemente cosa voglia dire essere americano, ricorda casa, NYC, Philadelphia e la cultura anglosassone. Ma è, prima di tutto un libro divertente. Divertente nel vedere come un americano, seppur liberal come Gopnik, guarda Parigi (e di riflesso la Francia e in parte l'Europa stessa). Quali

Passeggiando a Firenze

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Quest'anno il viaggio dell'anniversario ci ha portati a Firenze. Il clima ci ha assistito e, muniti di scarpe comode e qualche consiglio scovato qua e la, abbiamo camminato (e mangiato) per due giorni. Qui voglio darvi qualche consiglio, per godervi questa splendida città in tutta libertà. 1. Scarpe comode , Firenze (il centro) non è grandissima e la si visita a piedi comodamente. 2. Se avete intenzione di visitare i principali musei valutate la possibilità della Firenze Card , vi permette di evitare file e risparmiare, tenete conto che ogni museo costa circa 10/12 €. 3. Firenze gratuita - museo a cielo aperto. L'entrata al Duomo (S. Maria del Fiore) è gratuita (mentre si paga per il battistero di San Giovanni , il museo del Duomo e la salita sulla Cupola), Orsanmichele (sia la chiesa sia il museo) e S. Maria Annunziata , in piazza Annunziata dove c'è anche l'Ospedale degli Innocenti (è meravigliosa). E appena vedete un palazzo aperto approfittatene!

Bruciamo tutto nel camino del passato. O no?

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L'anno sta per finire . In realtà sto iniziando a scrivere questo post che mancano ancora due mesi a gennaio. E' che ho tante cose in testa e voglio tirarle fuori. Sarà un work in progress. . fino a fine dicembre. Ho tanta voglia che quest'anno finisca. Perché alla fine a conti fatti è stato un anno brutto. Un anno di perdita. Mio zio, mia nonna, la zia Tina. Ma perdita non solo per la morte di persone care (o persone che avremmo voluto avere il tempo di conoscere di più e di cui ora resta un fiore, rosso, in salotto ). Perdita anche di affetti, di rapporti. Perché certe cose poi ti mettono di fronte a situazioni e a cose che nella normalità non sarebbero successe. O che magari non volevi vedere. Però a pensarci, se penso a chi sono oggi e a chi ero il 1° gennaio 2013 alla fine sono più forte. Più consapevole di me e della mia capacità di rialzarmi. Di andare avanti. So cosa mi può scalfire, cosa mi potrà abbattere. Però so che ho la forza e la capacità per rimetter

Cimitero dei feti. Io non ci arrivo.

Finora ho evitato di esprimere un giudizio. Non tanto per mancanza di un'idea mia, quanto più perché non mi sembrava utile ne necessario. E l'argomento mi pareva di lana caprina... sinceramente mi sembra ancora così. Però provo a scrivere due righe, che magari qualcuno me lo spiega meglio.  La questione è quella della Delibera del Comune di Firenze circa l'istituzione (o meglio l'istituzionalizzazione) di un luogo, all'interno del cimitero, per i feti.  E qui i difensori della Legge 194 si sono scagliati contro il Comune e la delibera. Vedendo in questa istituzionalizzazione un voler conferire lo "status di cittadini morti ai feti" (cito dall'articolo apparso sul blog Anziparla del manifesto ).  Insisto a non capire.  Che la legge 194 sia da FAR APPLICARE e da DIFENDERE ci sono . Ma non capisco in che modo dare la possibilità a chi lo desidera di avere un luogo dove seppellire il proprio bambino non nato, il feto, possa ostacolare l'appli

Viaggi in testa. Nella testa solo viaggi

Quest'anno, o meglio il prossimo, sarò di ritorno in terra spagnola. Troppo tempo due anni di mancanza. La lontananza sai è come il vento.. cantava Modugno (scriveva Enrica), e in me il fuoco è cresciuto, cresciuto eccome. Torno in luoghi conosciuti. Anche se per poco. Direi che torno in luoghi assaggiati per assaporarli. Euskadi sarà la meta estiva. Il nord. La Spagna di entra dentro attraverso l'Andalusia e poi si espande con il verde del nord. Questa è la verità. Io l'ho conosciuta attraverso Malaga, Tarifa, Siviglia.. Poi ho vissuto nella Capitale. Madrid - Capital! Ho imparato lo spagnolo in terra di Castilla y Leòn - a Salamanca. Dove si impara tanto bene lo spagnolo e a reggere i chupitos (in maniera equivalente). Ho amato i castelli della Castiglia, il centro - la meseta. E poi infine è arrivato lui. Il nord. Verde e azzurro . La terra contro il mare. La terra dentro nel mare. O il mare sulla terra.  Ma non sarà solo Spagna quest'anno. Altri viaggi abbia

Divagazioni di primavera in autunno.

Siamo qui, in un giorno di novembre che sembra quasi aprile . Cielo azzurro, aria leggera e un po' di brezza. Ma il freddo è lontano, anche se ci ostiniamo ad uscire con gli stivali, con le collant e le sciarpe. Non ce ne sarebbe bisogno. Almeno durante il giorno. Mattino presto, sera tardi, quando il sole ancora non c'è (o se n'è appena andato) un po' sì, fa freschino. E questo clima strano, questo cambiamento annunciato, atteso, desiderato, che tarda ad arrivare . Che a volte fa capolino e poi si nasconde. Questo mancato cambiamento, per ora, mi mette in agitazione.  Io non riesco a stare ferma. Amo la routine, la cerco, me la creo e la desidero, però ho necessità di spezzarla. E ora, in questa eterna fine estate, mi sento come bloccata . Forse è la necessità di veder chiudere un capitolo, di poter voltar pagina. Questa mancanza mi agita. Questo essere bloccata in un tempo non corretto mi lascia in ansia. Come ho detto, necessità interiore di un cambiamento. Di

Una sera a Parigi

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Ed eccomi di nuovo catapultata nella splendida e romantica Parigi raccontata da Nicolas Barreau. Questa volta nel quartiere di Saint Germain , tra Rue Bonaparte e la Senna. Gli elementi ci sono tutti, un cappotto rosso , un vecchio cinema , misteriosi personaggi e la bellezza senza tempo di Parigi . E poi un classico dei libri di Barreau, l'equivoco, l'incomprensione, il mistero . E l' amore che è il motore propulsore di ogni azione. Ci si ritrova sempre in un mondo magico leggendo i suoi libri e ci sembra di conoscere i personaggi e le strade che vengono raccontate e descritte con tanto amore e trasporto. Il modo migliore per immergersi dentro Parigi e dentro quell' aria romantica e nostalgica che ne è il tratto più distintivo. Il protagonista, questa volta, è Alain. Proprietario appassionato di un vecchio cinema d'essai. Romantico e sognatore. E la misteriosa ragazza dal cappotto rosso, Mélanie. Non voglio rovinarvi la sorpresa. Il libro è davvero b