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Visualizzazione dei post da marzo, 2014

9 notti a Parigi

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Un italiano trasferitosi a Parigi per lavoro. Un ragazzo sui trentanni nella Ville Lumiere. Un cicerone d'eccezione, che ci racconta le sue serate e i suoi racconti e, attraverso di loro, Parigi. Parigi in tutto il suo splendore, la sua forza. Una Parigi però al di là dell'immagine patinata, al di la della Parigi romantica e immaginata nella testa. Una Parigi che - a tratti - sembra più Londra, trasgressiva e underground (insomma si finisce anche in party organizzati a 30 metri sottoterra... ), però sempre impeccabilmente francese (si beve champagne con dei senza tetto). Lettura interessante per chi sta per andare a Parigi, per avere un paio di indirizzi e farsi un'idea in testa diversa dal cliché, ma comunque divertente e scorrevole. A prescindere da un viaggio. Insomma godetevelo.. (e se siete un po' curiosi l'autore ha anche un sito dedicato al libro , con mappe e itinerari dei luoghi toccati. Io qualche indirizzo ce l'ho già in nota!) Purtroppo il si

Un altro anno è passato. Sono sempre io.

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ma quant'ero bella con mio nonno e lo zio Nino?? Il mio compleanno è un giorno che mi piace . naturale. E non sono quelle rughe in più a modificare il mio sentire me stessa. E non è un numero in più o in meno a cambiare chi sono. Mi piace festeggiarlo. Festeggiare il tempo che è passato, il tempo che deve ancora venire. Sarà che amo i cambiamenti, li desidero anche. E perciò questo giorno non mi né paura né angoscia. Vivo il tempo che passa in maniera del tutto Nonna - Rosi e io, qualche anno fa Certo, il passare del tempo ci modifica. Nel bene e nel male. Si cambia. Ci si plasma. E, soprattutto, si cresce. E questo è buono, bello, persino salutare.  Fossi ancora quella che ero a 15 anni avrei qualche problema. Certo ho qualche rimpianto. Qualche situazione che magari, con la testa di oggi affronterei in modo diverso, magari sapendo come è andata cambierei strada... Però la vita non funziona così. Cucinando.. at my home!  E se avessi cambiato quella stra

Parigi è un lungo tramonto

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Parigi è un lungo tramonto non è un romanzo, non è una guida, è una via di mezzo.  Un racconto , a tratti informativo – come una guida deve essere – a tratti emozionale/emotivo , come richiesto in un libro da cui ti aspetti la visione di una città da parte dell’autore. Per Laurana Monina viaggia in giro per l’Europa, per cercare di afferrare lo spirito europeo oggi. E ci racconta ciò che vede, i suoi ricordi, le sue impressioni. E poi ci aiuta anche a mettere insieme i pezzi per una visita in questa o quella città. Credo che questo libro, così come gli altri di Europe, possano essere letti prima di aver deciso una particolare destinazione, per farsene venir voglia; quando già la si è scelta, per avere una prima infarinatura; quando il viaggio è ormai quasi pronto (nel mio caso), per – diciamo così – fare una specie di ripasso generale e sentire le ultime impressioni di un viaggiatore; quando si torna, per intrecciare una sorta di dialogo con l’autore e scambiarsi opinion

Il cibo nel mondo. Ovvero di come riempire lo stomaco (con gusto) ovunque

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In questo momento sto leggendo un bel libro. Una via di mezzo tra racconto e guida di viaggio. Parigi è un lungo tramonto  di Michele Monina, libro inserito nella più ampia collana Europe . Ma del libro parleremo più avanti... Arriverà la recensione stay tuned . Si da caso che uno dei capitoli si intitoli "Stomaco [stò-ma-co] cibo " . Un capitolo abbastanza sbrigativo, senza eccessi da parte di Monina. Ma mi ha dato il la, lo spunto, per una riflessione che ho in testa da molto tempo. Super mix di pesce a Figuera da Foz (Portogallo) Un po', se mi conoscete e / o leggete queste pagine, sapete già che ho una mezza mania circa il cibo (e in special modo il cibo applicato  ai viaggi). Ho viaggiato abbastanza, con la famiglia, gli amici, i morosi e pure da sola. Ho girato quasi tutta la nostra bella (e maltrattata) penisola e un po' per l'Europa.. e sono anche finita oltreoceano... a Boston e NYC... e posso dire una cosa con certezza, ho mangiato BENE OVUN

Moshi Moshi

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La vita ci mette spesse volte davanti a sfide, eventi terribili, traumi . Il come superarli, come andare avanti, dimostra chi siamo anche a noi stessi. A volte si ha bisogno di una pausa, a volte di andare via, cambiare aria. Scappare invece no, non serve. Ma a volte allontanarsi e ricominciare a vivere da un’altra parte ci permette visuali che non immaginavamo. Yoshie perde il padre, in quello che sembra un suicidio, e da quel momento la sua vita viene sconvolta. Le circostanze stesse della morte del padre sono strane e la porteranno a scoprire e riscoprire una persona che pensava di conoscere bene. Ma Yoshie in questo percorso riscoprirà anche sua mamma che incapace di affrontare la solitudine della casa, si trasferisce dalla figlia per ricominciare. E iniziano chiacchiere di dolore, una sorta di analisi che porterà le due donne a conoscersi e apprezzarsi ogni giorno di più.   L’andare avanti ogni giorno, tornare a respirare dopo una perdita. L’affetto per il padre che

Omaggio alle mie donne speciali

"Le donne che hanno cambiato il mondo non hanno avuto di mostrare nulla, se non la loro intelligenza" Rita Levi Montalicini L’ 8 marzo . Ogni anno arriva e vivo dentro di me emozioni contrastanti. Conosco il significato profondo di questa festa, che ha a che fare con diritti, lavoro e morte di donne. Operaie agli albori del lavoro femminile extra-focolare. La storia la conoscete, o potete andare a leggerla ovunque. Ogni anno penso se abbia senso uscire a cena con le amiche, come fosse una conquista uscire sole. Come non lo facessimo qualsiasi altro giorno dell’anno. Senza bisogno di motivi particolari. E (quasi) ogni anno mi ritrovo ad una cena. E alla fine sono felice di averlo fatto. E sono felice soprattutto perché sono naturalmente circondata da donne speciali. Che magari non finiranno nei libri di storia ma sono quelle che la storia la fanno ogni giorno, con la loro vita. Le mie amiche . Donne in gamba, diversissime tra loro, che ogni giorno mi insegnano

#Quellavoltaincui

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Ho letto il bellissimo articolo di Marika Laurelli sul suo blog, Gate 309 , nel quale si parla dei viaggi intesi come emozione. Di quelle volte in cui si resta sorpresi e senza fiato, di qui momenti che restano dentro di noi al ritorno da un viaggio. E ho deciso di dare il mio contributo e ripensare ai miei Momenti. l'Africa da Tarifa #Quellavoltaincui vidi l’ Africa del finestrino dell’autobus che da Malaga mi portava a Tarifa.  Ero assonnata dalla levataccia mattutina. E non vedevo l’ora di arrivare a destinazione per stendermi sulla spiaggia (pensavo). Poi d’un tratto guardai alla mia sinistra, fuori dal finestrino. E vidi della terra in mezzo al mare. Ci misi un po’ e poi capii. Mi vennero le lacrime agli occhi. E il richiamo dell’Africa, di nostra madre terra, fu fortissimo. E non mi ha ancora abbandonato. San Candido #Quellavoltaincui sulla pista di San Candido vidi il Paese innevato. Dopo tanti anni di lontananza rimasi senza fiato per la bellezza

La sovrana lettrice

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Leggere per me è una cosa naturale , come respirare, parlare, dormire e mangiare. E viaggiare. Qualcosa insito nella mia stessa natura.  Ricordo ancora la prima volta che avevo tra le mani un romanzo con copertina rigida e con più di 400 pagine. Era Jurassic Park. E la mia espressione di gioia fu “ il mio primo vero romanzo ”.  Avrò avuto circa 10/12 anni. Non che prima non avessi letto. Ma erano sempre stati libri con copertina morbida, più “corti” e (di solito) delle collane per ragazzi. In ogni caso ricordo ogni libro che è passato tra le mie mani, con alcuni ho avuto proprio una storia d’amore . Come è stato per “Cristo si è fermato ed Eboli”. Meraviglioso romanzo, il mio preferito. L’ho letto in un’edizione del 1950, che conservo ancora. Pagine ingiallite, copertina arancione. Lo portavo ovunque. Stile coperta di Linus. Ogni libro una storia. Emozioni. Attualmente sta prendendo piede un dibattito , iniziato da un articolo di Julien Smith pubblicato da Medium e ripreso