Domeniche a piedi.

Al solito la DomenicASpasso si porta dietro tutta una serie infinita di polemiche... Non ultima quella di Fabio Fazio che su twitter inveisce contro l'amministrazione perché ci sono anche persone che la domenica lavorano... E son problemi...

Non voglio far polemica. Però sono anche stufa di vivere in una città che vede come valore assoluto l'utilizzo dell'auto. Sono stanca di queste persone che sono convinte che non se ne possa fare a meno per nessun motivo e che ci ammorbano con i loro, insormontabili, problemi.

1. Ma la domenica io lavoro. In questo caso sono previste deroghe. Basta richiederle al Comune e le dispense arrivano. In ogni caso io al lavoro ci vado ogni giorno. Con i mezzi pubblici.

2. Ma la domenica c'è il pranzo con mammetta, come si fa ad andarci con i mezzi.. Questa è davvero la scusa più assurda che si possa trovare. Innanzi tutto io tutta sta gente che la domenica si sposta per andare da mamma (tutte le domeniche) devo ancora conoscerla, in ogni caso i mezzi pubblici vanno (e ricordo che con un biglietto semplice si viaggia tutto il giorno, 1,50 €...). E poi si può al massimo arrivare da mamma per le 10.00 e andar via dopo le 18.00..

3. Se devo andare a trovare nonna all'ospizio. Ancora più assurda della scusa nr. 2 perché io in questi ultimi mesi ho frequentato questi luoghi di lungo degenti geriatrici e giuro, tutte queste orde di parenti e familiari non le ho viste, neanche a Pasqua... E comunque siamo sempre lì, c'è la metro...

Il senso della domenica a piedi è quello di riprendersi la nostra città, viverla lentamente senza fretta. In un giorno in cui nessuno (o quasi) ha fretta. Uscire con i mezzi, stare in mezzo alla gente, sorridersi e parlare con il vicino mentre si aspetta l'autobus. Andare in centro, o sui navigli, o in qualsiasi altra zona che ci aggrada e passeggiare, guardare, riscoprire. Meravigliarsi di avere una città così bella e sorprendersi davanti a un palazzo. E' entrare in un museo, gratis, per scoprire le meraviglie che questi luoghi possono offrire. E' andare al parco in bici o a piedi con i nostri figli, e non sentire rumori, non respirare tubi di scappamento... E' sentire il silenzio ed apprezzarlo.

La macchina non è un diritto. Il diritto che deve sempre essere al centro delle scelte dell'amministrazione è quello a una città vivibile, con un'aria quanto meno decente e la possibilità di girarla senza auto. Questo è davvero il diritto della società MILANO. Che deve sempre essere messo al primo posto rispetto al diritto del singolo conducente di auto.

Ovvio, vanno potenziati i mezzi pubblici, vanno ampliate le piste ciclabili. Va impedito il parcheggio sui marciapiedi (che potrebbero essere sfruttati per un pezzo come piste ciclabili) in modo da garantire ai pedoni la comodità della passeggiata. Molta strada c'è da fare. Soprattutto, temo, all'interno delle coscienze dei cittadini milanesi, perché scoprano di vivere in una città che con i mezzi pubblici garantisce il diritto alla mobilità.

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